News Atipico/Ambientale! Da un settimo a un quarto delle emissioni di alcuni gas serra come il metano e di altri idrocarburi volatili inquinanti vengono dalla natura e non dall’uomo. Sono i risultati di una ricerca pluriennale, sviluppata dal geologo degli idrocarburi Giuseppe Etiope, ricercatore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), che ha prodotto nuovi dati Le ultime novità nell’ambito di queste ricerche, che stanno rivoluzionando le convinzioni sui bilanci delle emissioni in atmosfera, riguardano due idrocarburi volatili come l’etano e il propano. Entrambi hanno un ruolo importante nella formazione, in seguito a processi fotochimici, dell’ozono troposferico, un gas nocivo per la respirazione . Ebbene, le ricerche suggeriscono che almeno il 17% di etano e il 10% di propano emessi in atmosfera derivano dal degassamento terrestre. Le emissioni naturali di idrocarburi si sviluppano principalmente nelle aree petrolifere: il gas accumulato nei giacimenti spesso fuoriesce e arriva in superficie naturalmente, attraverso faglie e rocce fratturate. Questo fenomeno, detto seepage è più diffuso di quanto si pensi. Quali effetti avranno queste scoperte ai fini degli studi sull’effetto serra? Lo studio dei cambiamenti climatici si basa sulla conoscenza delle emissioni dei gas inquinanti, gas serra o produttori di ozono, sia naturali che indotte dall’uomo. Le emissioni naturali non sono definite con precisione; si conosce meglio quanto emette l’uomo. Se nel conto globale manca una parte delle emissioni, allora non possiamo capire le relazioni tra gas serra e cambiamenti globali. La scoperta di una nuova sorgente, come quella geologica, aumenta la responsabilità della natura e risolve alcuni rebus. I calcoli atmosferici hanno sempre suggerito una sorgente mancante di metano e etano, a cui nessuno ha mai dato una spiegazione esauriente, ovvero doveva esserci da qualche parte una fonte finora sconosciuta.
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