La procura della Repubblica ha ipotizzato il reato di minacce gravi nei confronti del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con riferimento a quanto detto dal gruppo 'Uccidiamo Berlusconi' su Facebook che conta 12mila iscritti. E' stato lo stesso ministro della Giustizia, Angelino Alfano a chiedere un intervento. "Poiché nel nostro Paese esiste l'obbligatorietà dell'azione penale - ha detto il Guardasigilli - mi attendo che la magistratura faccia il proprio dovere indagando, perseguendo e trovando coloro i quali inneggiando all'odio e all'omicidio, commettono un reato dal punto di vista penale e un'azione disdicevole dal punto di vista morale". L'indagine della Procura di Roma è stata affidata allo stesso procuratore Giovanni Ferrara, all'aggiunto Nello Rossi e al sostituto Andrea De Gasperis che fa parte del gruppo di magistrati impegnati nelle indagini sulla criminalita' informatica. Non e' escluso che, dopo aver esaminato le minacce fatte al premier, la procura possa anche ipotizzare, per il momento contro ignoti, il reato di istigazione a delinquere, disponendo inoltre anche attraverso l'intervento della polizia postale l'oscuramento del gruppo di Facebook. Non è l'unico sul genere, ma il gruppo 'Uccidiamo Berlusconi' è sicuramente il più numeroso con 12 mila membri, tanto che sono nate anche alcune pagine per contrastarlo dal titolo 'Uccidiamo chi vuole uccidere il premier' e 'Contro i furboni del gruppo anti-Berlusconi'. L'idea di 'eliminare il premier' però non è condivisa da tutti gli utenti. C'è chi lo vuole morto e chi lo preferisce "in galera" perché , scrive Davide, deve scontare "tutto il male che ha fatto ai danni della nostra povera Italietta". C'è chi invita alla moderazione come Arthur che dice: "Con quel titolo sembrate degli esaltati" e chi ipotizza come Francesco che "possa diventare un Martire". L'amministratore del gruppo contro Berlusconi (che dal 12 ottobre ha preso "la direzione abbandonato dalla precedente") scrive sul social network che "non potendo cambiarne il nome, dichiaro questo gruppo di 'affermazioni bizzarre'' e si dissocia. "Personalmente non voglio uccidere realmente nessuno, non voglio incitare nessuno a violare la legge - si legge -. Farò in modo di rimuovere i messaggi violenti e che comunque mi dissocio da tutte le affermazioni che costituiscano reato in un gruppo che non ho neppure creato". Anche il segretario del Pd, Dario Franceschini, è intervenuto sulla vicenda chiedendo all'amministrazione di Facebook di chiudere il gruppo: ''Quel gruppo va chiuso -ha detto- ma non c'entra nulla con lo scontro politico. Sono forme demenziali, che vanno condannate, e io so che in altre situazioni l'amministrazione di Facebook ha chiuso alcuni gruppi''. Franceschini ha comunque respinto un possibile collegamento, anche indiretto, con il modo in cui il Pd fa opposizione: "Non c'entra nulla l'opposizione - ha sostenuto - che si fa come da noi in tutto il mondo". Facebook è pieno di gruppi di questo tipo. Quest'ultimo è soltanto il più numeroso, ma c'è anche 'Uccidiamo il governo Berlusconi' con 247 membri e quello che propone di eliminarlo 'a badilate'. Per par condicio c'è anche poi il gruppo 'Uccidiamo il Partito Democratico e i suoi affini' che resta generico senza attaccare il segretario del Pd probabilmente - viene da pensare - in attesa delle primarie del 25 ottobre.
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