Per certi versi il comportamento del nostro cervello, quando si tratta di richiamare un ricordo, è assimilabile a quello di un calcolatore che va a prelevare un dato dalla propria memoria. Infatti, secondo gli scienziati norvegesi del Kavli Institute for Systems Neuroscience, dell’Università norvegese di scienza e tecnologia, il nostro cervello archivia i ricordi in micropacchetti, equivalenti a registrazioni della durata di 125 millisecondi ciascuno, ed è in grado di passare da un ricordo all’altro così rapidamente da non farcene accorgere. La scoperta è frutto di alcuni esperimenti effettuati sui topolini da laboratorio effettuati con lo scopo di comprendere come i ricordi vengono organizzati all’interno del cervello. In particolare gli esperimenti sono stati condotti partendo dall’osservazione che, quando ci si sveglia di colpo durante la notte, per i primi istanti si può essere smarriti e non ricordare dove ci si trovi, ma subito dopo il nostro cervello riesce a passare da una situazione A ad una B e riconoscere il luogo in cui siamo. Per studiare il comportamento del cervello dei topolini, gli scienziati hanno cambiato l’illuminazione della scatola in cui erano contenuti per far credere loro di essere stati “teletrasportati” in un’altra stanza. I cervelli dei topolini, che avevano registrato i ricordi dei due ambienti, hanno percepito come reale lo spostamento, ma, dopo una brevissima fase di smarrimento durata solo poche frazioni di secondo, hanno richiamato il ricordo del nuovo ambiente permettendo loro di capire dove si trovavano. In pratica dagli studi effettuatu è venuto fuori che il cervello elabora i dati molto velocemente, riuscendo a passare da una mappa mentale ad un’altra fino ad 8 volte al secondo.
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