Dalla dipartita dell'uomo che ha fondato e guidato Apple al successo, il ritornello che si sente dire in giro è sempre lo stesso: "ne servirebbero molti di uomini come Steve Jobs". Eppure, da un'analisi cruda sulla realtà odierna della Silicon Valley, vien fuori che un uomo come Jobs non avrebbe molto successo se iniziasse la sua carriera oggi. Prima di tutto, cos'è che fa dei prodotti Apple dei gadget di successo, degli status symbol? Non certo la tecnologia che essi integrano, ciò che si trova nell'iPhone 4S non è molto diverso da ciò che sta sotto la scocca di un Samsung Galaxy S II, o ancora un iPod non è diverso da un Creative Zen. Il successo è determinato dall'immagine di mercato che i prodotti Apple hanno e Steve Jobs lo ha capito perchè prima di tutto non era un ingegnere, ma un venditore ed un pubblicitario, che credeva (a buon diritto visto il successo di Apple) che il contenuto tecnologico non è l'aspetto principale di un gadget, non secondo chi lo acquista. Nella Silicon Valley di oggi, però, non si concedono finanziamenti e credito a start-up fatte di sognatori ed esperti di marketing, il credito lo si dà agli ingegneri, che hanno acquisito un peso preponderante in ogni attività. Se si vuole avviare un business a Palo Alto, perciò, ci si deve assicurare di avere una start-up capeggiata da ingegneri, non da un buon capo capace di "sapersi vendere" bene al pubblico. Gli incubatori d'impresa della Silicon Valley oggi finanziano ingegneri e spendono molto tempo ad insegnare loro il marketing, questo è uno dei talloni d'achille dell'area elettronica più sviluppata del mondo. La conseguenza è che il tasso di fallimenti di queste start-up è molto elevato, oggi un'impresa su 20 fallisce nei primi due anni. Forse sarebbe il caso che gli ingegneri tornassero a fare gli ingegneri, occupandosi di sviluppare hardware e codice, lasciando ai nuovi Steve Jobs l'aspetto marketing.
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