Un'impresa che ha lasciato il mondo davvero senza fiato: il quarantatreenne paracadutista austriaco Felix Baumgartner si è lanciato da un altezza di quasi 40.000 metri in caduta libera per quattro minuti e venti secondi, atterrando sano e salvo a Roswell, New Mexico. Per la precisione, dopo 2 ore e 37 minuti di ascesa a bordo di una capsula spaziale trainata da un enorme pallone gonfiato di elio, Baumgartner si è lanciato da 39.060 metri in caduta libera, lasciando milioni di persone letteralmente a bocca aperta. Sono infatti otto milioni coloro i quali hanno visualizzato in streaming il lancio sul canale YouTube della Redbull, sponsor dell’impresa.

Durante la discesa, il paracadutista austriaco ha anche infranto tre record: il lancio dal punto più alto (appartenuto in precedenza a Viktor Prather e Malcolm Ross, che nel 1961 salirono a quota 34.668 metri), quello di caduta libera (detenuto da Joe Kittinger che si lanciò nel 1960 da 31.333 metri di altezza) e il superamento della velocità del suono da parte di un corpo umano in caduta senza l'ausilio di alcun velivolo (Mach 1.24, alias 1.341,13 KM/h).

Cifre che hanno dell'incredibile, e che non sarebbero state raggiunte se Baumgartner non avesse avuto al suo fianco, sia durante la preparazione che durante lo svolgimento dell'impresa, un team altamente qualificato di esperti. Air Force e Nasa, infatti, dopo aver seguito la sua impresa attraverso ogni fase, ora si preparano a studiare le reazioni dell’organismo umano dopo un salto del genere.

Queste le parole del fresco recordman: "Per me è ancora difficile realizzare quello che è successo, perché ci sono ancora tante emozioni da metabolizzare. Quando sono atterrato avevo le lacrime agli occhi. Tu stai seduto lì e la tua mente si riempie di pensieri su come sarà, su cosa sentirai. Ma è stato più emozionante di quanto mi aspettassi".