Non passa ormai giorno che non si parli in Rete di WikiLeaks, il sito Internet del giornalista australiano Julian Assange che con le sue rivelazioni ha creato scompiglio e imbarazzo negli ambienti diplomatici di mezzo mondo. A far notizia oggi è proprio Assange che, divenuto ormai un ricercato internazionale a causa di un mandato di cattura per un presunto stupro commesso in Svezia, dopo ore di trattative con Scotland Yard si è presentato alla polizia britannica a Londra ed è stato arrestato. Assange, il quale dovrà comparire davanti ai magistrati della corte di Webminster, ha già dichiarato che farà di tutto per opporsi a qualsiasi tentativo di estradizione. Ad ogni modo, anche senza Assange, WikiLeaks proseguirà ugualmente a pubblicare e diffondere documenti riservati del Dipartimento di Stato americano così come previsto. Nel frattempo si è scatenata una sorta di guerra all’ultimo colpo tra i sostenitori del sito e coloro che vorrebbero vederlo chiuso al più presto. Già diversi episodi di boicottaggio si erano verificati la settimana scorsa, quando il sito, dopo essere stato estromesso dai server statunitensi di Amazon ed aver subito diversi attacchi informatici, è tornato online dalla Svizzera. Nelle ultime ore, quasi come in una resa dei conti, una rete di hacker (“Operation Payback”) ha organizzato attacchi mirati contro la banca svizzera PostFinance e PayPal, che nei giorni scorsi avevano bloccato i finanziamenti e chiuso i conti ad Assange. Ma la battaglia non finisce qui. Se anche Mastercard ha deciso di sospendere i finanziamenti al sito, si moltiplicano gli appelli ai sostenitori per la raccolta di una cauzione per Assange stimata tra le 100.000 e le 200.000 sterline, mentre un gruppo di intellettuali, tra cui Noam Chomsky, ha firmato una lettera in favore del fondatore di WikiLeaks, diretta al premier australiano Julia Gillard. Nella lettera i firmatari si dichiarano preoccupati per la sicurezza di Assange e chiedono al premier di sostenerlo affinché vengano tutelati i suoi diritti fondamentali e venga rispettata la libertà di stampa.
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