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Google chiude il suo servizio di News in Spagna



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Pubblicato da Redazione l'11/12/2014 alle 13:14

Per la prima volta la società di Mountain View non è stata a guardare davanti alla politica che cerca di limitarne l’azione, né ha scelto la via diplomatica cercando il solito compromesso utile a tacitare le voci più malevole; questa volta Big G ha fatto una scelta che sembrerebbe definitiva davanti alla nuova legge sul copyright votata dal Parlamento spagnolo che permette a qualsiasi editore di ricevere una royalty in seguito alla pubblicazione della propria news, anche se dovesse trattarsi di un estratto.

Insomma, la società guidata da Larry Page non ci sta più e decide (a malincuore) di chiudere definitivamente Google News in Spagna, questo a poche settimane di distanza dal voto in parlamento che dovrebbe imporgli anche la scissione tra servizi di ricerca e attività commerciali.

E’ chiaro oramai a tutti (ed anche a Google) che le azioni politiche dell’Europa tutta sembrano voler mettere i bastoni fra le ruote a Google per ragioni spesso controverse (si parla persino di un conflitto di interessi legato ad alcuni parlamentari). E’ vero che il servizio di Google News ha privato le grandi testate editoriali on-line di quel traffico organico che avrebbero se gli utenti non passassero da Google, ma è anche vero che ogni editore può richiedere specificatamente di essere escluso dal servizio e bloccare persino i motori di ricerca dall’indicizzare qualsiasi notizia proveniente dal suo sito.

Con la decisione di chiudere il servizio di News in Spagna, Google sembra voler lanciare un messaggio anche agli altri paesi ed al parlamento europeo, qualcosa che suonerebbe come: tarpateci le ali ed inizieremo a lasciare le vostre nazioni, vedremo poi cosa riuscirete a fare da soli e soprattutto se i vostri elettori gradiranno la cosa. E’ sufficientemente chiaro che sono le abitudini dei lettori ad aver creato il problema agli editori, Google in fondo ha solo creato un servizio di indicizzazione che tra l’altro ha permesso anche a tutte le piccole testate editoriali di venir fuori dall’anonimato. L’internauta medio oramai cerca notizie direttamente dal motore di ricerca o affidandosi a social come Facebook, navigare sul sito della testata editoriale è un’abitudine che si è persa quando la rete è diventata uno strumento della massa.

Da parte nostra ci auguriamo che il nostro paese non debba fare a meno di Google News ed incrociamo le dita sul futuro voto del parlamento europeo nella speranza che una volta tanto gli interessi della comunità possano prevalere su quelli particolari.




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