Un sistema per spiare le e-mail semplicemente ascoltando il “clic clac” dei tasti premuti sulla tastiera. Necessita forse di sofisticate tecnologie alla 007? No, basta un microfono da 10 euro. A mettere in guardia dalle nuove frontiere dello spionaggio elettronico è un ricercatore dell'Università della California, Doug Tygar. Orecchie elettroniche: con un microfono - che peraltro non deve necessariamente essere collocato nella stessa stanza in cui si trova la persona spiata - e uno speciale programma informatico, Tygar è riuscito a ricreare circa il 96% di un testo scritto a computer, semplicemente registrando il suono prodotto dalla tastiera. Un ottimo risultato dal momento che il sistema non richiede informazioni sulla persona spiata, sul tipo di tastiera o sulla stanza in cui si trova il computer. Così come un tamburo colpito al centro o in prossimità dei bordi emette suoni diversi, infatti, anche le lettere al centro della tastiera “suonano” in maniera diversa rispetto a quelle più esterne. Certo, distinguere il suono della G e quello della H - che sono vicine - è impossibile. Per farlo Tygar ha sviluppato un software in grado di ricostruire parole e frasi in base a “supposizioni” e confronti con un vocabolario preinsallato. Un po' come fa il dizionario T9 dei cellulari. Tecnologia al servizio degli spioni? Certamente no, visto che l'intento di Tygar non è quello di vendere kit per “origliatori informatici”. Il senso è un altro: far capire che se lui e i suoi collaboratori sono riusciti a inventarsi un modo efficace ed economico per spiare le e-mail, altri potrebbero fare lo stesso. Ma con fini molto meno onesti.
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