L'abolizione dei costi di ricarica è interpretata da ciascun gestore a proprio piacimento: c'è chi aumenta lo scatto alla risposta e c'è chi costringe a cambiare piano tariffario. I gestori mobili adeguano le loro tariffe dal 5 marzo al decreto Bersani che abolisce i costi di ricarica aggiuntivi per le prepagate dei cellulari, ma lo fanno con una certa libertà. Wind interpreta il decreto in modo originale, stabilendo che gli utenti con una vecchia offerta prepagata pagheranno comunque il costo di ricarica, sia che utilizzino le vecchie ricariche indicanti i costi, sia che acquistino le nuove senza costi di ricarica. Quindi secondo Wind bisogna cambiare il profilo tariffario se si vuole usufruire del vantaggio di non pagare i costi di ricarica. Sempre Wind abolisce il taglio più piccolo di ricarica mentre continuerà a non applicare alcun costo di ricarica (come faceva già prima del decreto) per quelle superiori ai 50 euro, sia vecchie sia nuove. Vodafone invece lancia due nuovi piani tariffari per ricaricabili: You&Vodafone e Vodafone Zero Limits. Lo scatto alla risposta è passato dai 16 centesimi, applicati in tutte le altre tariffe per ricaricabili e abbonamento, a 19 centesimi, un aumento di circa il 19%. Sempre Vodafone, con un Sms inviato in queste ore a tutti gli utenti, specifica che a partire dal 4 marzo non ci saranno più i costi di ricarica, per qualsiasi tipo di ricarica e per qualsiasi tipo di piano tariffario, quindi accogliendo in pieno le aspettative dei consumatori. Sia Tim sia 3 per ora non hanno segnalato alcun cambiamento nelle loro offerte commerciali per ricaricabili.
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