Se vi ordinassero di pagare 0,47 centesimi per un divieto di sosta o per un eccesso di velocità vi sentireste scoraggiati dal commettere nuovamente violazioni del codice della strada? Probabilmente no. Perché mai si ritiene allora che i gestori telefonici dovrebbero essere dissuasi dal commettere ulteriori illeciti dalle risibili inflitte? Il monito lo lancia l’associazione ADUC che, dati alla mano, commenta l’ultima, ennesima, sanzione inflitta a Telecom Italia per lo spot "Tim Tribù che azzera i costi di ricarica". Lo spot era ingannevole, perché, motiva l’antitrust, il consumatore versa normalmente il costo della ricarica, mentre Telecom gli rimborserà tale importo sotto forma di bonus di traffico gratuito ma con forti, e non trasparenti, limitazioni. Ebbene, l’entità della sanzione? 64.600 euro, pari allo 0,00215% dell'utile netto 2006 (3 miliardi di euro). «È come, per esempio, se noi comuni mortali fossimo multati di 0,47 euro per un divieto di sosta» commentano dall’ADUC. Il bello è che per le sanzioni in tema di illeciti commessi da privati, invece, (è di questi giorni la discussione sull’inasprimento delle sanzioni proprio del codice della strada) si va giù pesante. Mentre per i gestori telefonici le sanzioni sono per lo più simboliche se confrontate con il loro reale peso economico. Scrive l'Antitrust nel suo bollettino periodico che "il messaggio in esame lascia intendere che Telecom abbia lanciato, per prima tra i diversi gestori di telefonia mobile, una tariffa, dedicata a coloro che abbiano già aderito al profilo "Tim Tribù", che annulla i normali costi della ricarica". "In realtà, come peraltro subito chiarito con sufficiente evidenza tramite la scritta in sovrimpressione posta al centro dello schermo ("TIM Tribù a tutta ricarica Bonus voce e SMS verso TIM Tribù"), - Ciò che, invece, a fronte della perentorietà della promessa, non viene comunicato adeguatamente al pubblico è la sussistenza di limitazioni alla fruibilità di tale bonus per quanto attiene alle direttrici di traffico, al numero ed al periodo di spendibilità. In particolare, come accertato anche nel corso dell'istruttoria, il credito rimborsato è usufruibile esclusivamente verso gli altri componenti della Tribù, deve essere speso nei 30 giorni successivi alla ricarica e viene riconosciuto al cliente solo tre volte al mese. Tali condizioni vanno indubbiamente a circoscrivere l'appetibilità dell'offerta per i consumatori" perché, spiega l'Autorità, normalmente la ricarica non comporta limitazioni. Invece le precisazioni sono fornite nello spot televisivo attraverso scritte in sovrimpressione "inidonee a garantire una completa e trasparente informazione in quanto non appaiono agevolmente leggibili da parte degli spettatori". Da qui la decisione dell'Autorità che ritiene il messaggio televisivo ingannevole e ha disposto la sanzione di 64.600 euro verso Telecom.
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