Il ns. sito correlato PCtuner segnala un interessante articolo in merito al futuro delle memorie di massa: Dalla sua comparsa sul mercato, all’inizio degli anni ottanta, l’hard disk è forse il dispositivo hardware che si è evoluto meno tra tutti i componenti di un personal computer. Ovviamente molto lavoro è stato svolto sviluppando tecnologie che ne migliorano le prestazioni in lettura e scrittura attraverso varie tecniche, come ad esempio il Perpendicular Recording o l’NCQ (Native Command Queuing) ed aumentando di pari passo la quantità di dati che possono essere trasmessi al resto del sistema, migliorando le interfacce di connessione o aumentando la velocità di rotazione dei dischi ma, sostanzialmente, si può dire a buon diritto che gli hard disk restano tuttora i veri colli di bottiglia del PC. Anche le memorie flash sono una vecchia conoscenza nel mondo del computer e sono state impiegate, da sempre, anch’esse per immagazzinare dati in maniera stabile, essendo di tipo non volatile, come ad esempio nel caso delle EEPROM, delle ROM o delle pen drive USB. Purtroppo però anche le memorie flash hanno un risvolto della medaglia, costituito da un costo per bit più elevato e da una durata media di vita, in termini di scritture e riscritture, inferiore ai supporti di tipo magnetico. Poiché forse il campo in cui gli HDD sono migliorati di più dalla loro nascita ad ora è proprio nella capienza, che ha ormai raggiunto il Terabyte (1000 Gigabyte), si capisce come ci siano state, finora, grosse difficoltà a sviluppare soluzioni di memoria non volatile di grandi dimensioni che potessero davvero risultare vantaggiose rispetto ai normali hard disk.
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