Un mercato in crescita ma poco trasparente. Gli operatori devono dare informazioni più chiare ai consumatori e c`è spazio per una riduzione dei prezzi in linea con la normativa Ue, garantendo condizioni di accesso competitive agli operatori virtuali.
Queste le conclusioni a cui è giunta l’indagine congiunta avviata dall’Antitrust e dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. L'insieme dei servizi offerti dagli operatori (invio di Sms, di Mms e di dati in mobilità) fattura 4 miliardi, spiegano le due authority. Solo dagli Sms ricavi per oltre 2 miliardi di euro. Il 75% dei messaggini inviati viene pagato mediamente 1 centesimo di euro ma il restante 25% costa alla maggioranza degli utenti (il 62%) 15 cent, a fronte degli 11 cent fissati per gli Sms internazionali a livello europeo.
Nei servizi di accesso a internet in mobilità condizioni ancora troppo sfavorevoli per i consumatori. «Un mercato in continua crescita dove tuttavia persistono scarsa trasparenza, condizioni sfavorevoli per i consumatori e tariffe all`ingrosso che disincentivano l`ingresso degli operatori virtuali», sottolineano le Antitrust e Agcom. Per gli sms in particolare «ci sono margini di riduzione dei prezzi sia al dettaglio che all'ingrosso, anche alla luce del regolamento comunitario in base al quale, dal prossimo 1 luglio, gli sms internazionali costeranno al massimo 11 centesimi per i consumatori e 4 centesimi per gli operatori virtuali».
Le Autorità si attendono dunque che gli operatori sfruttino questi spazi, senza che occorrano interventi ex ante di natura regolamentare o ex post per garantire condizioni di equilibrio competitivo tra i diversi soggetti sul mercato. «È infatti evidente che il quadro regolamentare italiano e l`applicazione della normativa antitrust - osservano le due authority - non possono consentire che il prezzo di un Sms tra due città europee risulti inferiore al prezzo di un Sms tra due città italiane, così come non è ammissibile che il prezzo all`ingrosso sia superiore a quello al dettaglio, con riferimento ai prezzi praticati per le offerte speciali».
In Italia il mercato degli Sms, che rappresenta il 60% del fatturato totale dei servizi oggetto di indagine, sta crescendo a ritmi sostenuti (+40% nell`ultimo biennio) e - sottolineano le due autorità - presenta ulteriori spazi di ampliamento: il numero di utilizzatori di Sms sul totale della clientela è infatti relativamente basso, 47,9% rispetto a oltre 80% nel Regno Unito, in Germania e in Francia. Nell`ambito dell`universo degli utilizzatori di Sms, vi è un gruppo maggioritario, circa il 62%, che paga il prezzo unitario di 15 centesimi a fronte degli 11 centesimi previsti dal Regolamento comunitario per gli Sms internazionali.
Seconto Antitrust e Agcom «solo una minoranza degli utenti, che invia però il maggior numero di messaggini, paga un prezzo molto più basso, mediamente intorno a 1 centesimo, che porta la media complessiva a 3,5 centesimi: nel 2008, sul totale di circa 60 miliardi di Sms, il 75% degli invii è stato effettuato all`interno di piani o opzioni tariffarie, mentre solo il 25% degli Sms è stato inviato al prezzo delle offerte base. Sulle offerte con sconti molto elevati gioca un peso fondamentale il traffico "on net" (Sms inviati con lo stesso operatore), caratterizzato da prezzi ancor più contenuti, che rappresenta oltre i 3/4 del traffico totale di Sms».
Alla luce dei dati raccolti, rilevano i due garanti, «è evidente che non tutti i consumatori sono consapevoli delle opportunità offerte dal mercato: è dunque necessario che gli operatori diano maggiori informazioni sulle opzioni tariffarie disponibili. La notevole prospettiva di crescita del consumo di Sms, indicata dai confronti internazionali, indica inoltre che c`è spazio per raggiungere i consumatori con una politica di prezzi più bassi».
La discesa dei costi per gli utenti - secondo Antitrust e Agcom - dovrebbe inoltre essere favorita dall'ingresso nel mercato «degli operatori virtuali mobili, oggi reso difficile da un prezzo all`ingrosso (quello che gli operatori pagano per terminare un messaggio sulle reti altrui), pari in media a 5,25 centesimi, superiore sia al ricavo medio per Sms (3,5 centesimi), sia al corrispondente prezzo dell'Sms internazionale, per il quale il Regolamento europeo sul roaming stabilisce un tetto massimo di 4 centesimi. Si tratta di una situazione che rende difficile una reale competizione nei mercati a valle, impedendo di fatto la possibilità per gli operatori virtuali di proporre offerte concorrenziali».
Delibera n. 24/09/CIR
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