Gli ologrammi 3D diverranno presto una realtà. La University of Arizona ha messo a punto una nuova tecnica, chiamata “three-dimensional telepresence”, ossia telepresenza tridimensionale, che consente di riprodurre a 360 gradi un’immagine proiettata, anche complessa, con una frequenza di aggiornamento di soli due secondi. A differenza delle altre tecnologie sviluppate finora in questo ambito, adesso è possibile avere anche una vista posteriore dell’immagine olografica 3D. Ma c’è di più: questa soluzione non richiede speciali occhialini come avviene per il classico 3D di cui abbiamo tanto sentito parlare negli ultimi mesi, mentre il numero delle prospettive ottenibili dipende direttamente da quello delle videocamere utilizzate per riprendere l’oggetto da proiettare. Nel corso di una dimostrazione effettuata dai ricercatori della University of Arizona l’oggetto è stato ripreso da 16 diverse angolazioni con classiche videocamere, quindi i flussi video sono stati elaborati da computer in modo da poter ottenere un ologramma che è stato inviato, usando i protocolli di comunicazione Ethernet, ad un apposito ricevitore posto a distanza. A questo punto il ricevitore, utilizzando un laser, ha creato una forma olografica costituita da 100 righe su un quadrato di plastica di 10 cm per 2 secondi, mentre, per completare la figura, sono intervenuti LED blu, rossi e verdi che hanno illuminato l'oggetto dandogli colore e profondità. Ad ogni nuovo ologramma il quadrato viene cancellato permettendo così di creare una sorta di video tridimensionale. La tecnologia dovrà ovviamente essere ulteriormente perfezionata soprattutto per quello che riguarda il frame rate: potrà trovare applicazione commerciale probabilmente tra una decina di anni ed essere utilizzata in svariati campi, dal cinema alla chirurgia.
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