. La britannica GlobalScale ha presentato il più piccolo computer al mondo, il DreamPlug, un dispositivo basato su un cuore con architettura ARM e in grado di far girare diverse distribuzioni Linux, ma la sua caratteristica principale è che può stare nel palmo della mano. Esteticamente, il DreamPlug può essere scambiato per un comune caricabatterie per cellulari, a tradirlo è la presenza delle varie porte, disposte sui suoi due lati lunghi vi sono, infatti, una porta eSATA da 3 Gbps, due porte USB 2.0, due porte Gigabit Ethernet, connettore SP/DIF per l'audio digitale e perfino uno slot per schede di memoria in formato SD. A completare la dotazione, e indispensabili per la programmazione, sono presenti connettori JTAG e UART, qui il DreamPlug segna un deciso passo in avanti rispetto al modello precedente, lo SheevaPlug, che non era dotato di ingresso JTAG e supportava la programmazione solo tramite protocollo JTAG-over-USB.
Dallo SheevaPlug, il DreamPlug eredita il processore ARM, un Marvell Sheeva con frequenza di 1.2 GHz, accoppiato a 512 MB di memoria RAM di tipo DDR2, forse la dotazione hardware può non impressionare in termini di potenza elaborativa, ma il DreamPlug è progettato per offrire massima versatilità e ha potenza sufficiente per gestire diversi applicativi Linux, anche server, inoltre integra connettività Bluetooth e Wi-Fi 802.11b/g. Il consumo massimo del dispositivo è di appena 5 watt, il DreamPlug è in vendita a 150 dollari.
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