Mi arrendo.
Mi arrendo ora, completamente e incondizionatamente.
Con queste parole inizia la lettera aperta che Steve Gibson, riconosciuta autorità mondiale nel campo della sicurezza informatica, rivolge agli hackers. Come ricorderete, nei giorni scorsi una serie di ripetuti e violentissimi attacchi distributed denial of service avevano abbattuto i sistemi difensivi del sito di Gibson, il quale aveva tentato di reagire potenziando le contromisure e l'hardware di rete. Nuovamente sconfitto, l'esperto americano ha sospeso l'attività del sito e pubblicato un messaggio disarmante rivolto agli aggressori: Tanto io quanto voi sappiamo che non c'è nulla che io possa fare per difendermi da un autentico attacco denial of service. Per questo vi chiedo rispettosamente di consentire che il mio sito possa restare in Rete. Grazie per la vostra comprensione... e la vostra carità.
Non ci sono precedenti che io ricordi di una simile resa incondizionata di fronte ad un attacco hacker. Steve Gibson è unanimemente considerato uno dei più attendibili guru della sicurezza informatica, e le sue parole rimbalzeranno inevitabilmente in ogni angolo della Rete, sollevando un prevedibile vespaio di polemiche. Chinare la testa di fronte al sopruso non è una soluzione accettabile, a meno che si tratti di raccogliere le forze per organizzare la controffensiva. Passi il riconoscere la superiorità tecnica di una banda di abili criminali, ma giungere a invocarne la pietà suona a mio avviso stonato e inopportuno. Per un Gibson qualunque che si arrende in ginocchio, sono fortunatamente in molti a proseguire in silenzio la difficile battaglia per la sicurezza: uno in meno non farà differenza.
Lettera aperta agli hackers (inglese)
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