Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha preparato in questi giorni una bozza di ordine esecutivo per riorganizzare la politica di protezione del settore tecnologico. Negli States, fino a questo momento, temi come la sicurezza informatica nazionale erano affidati a un solo responsabile: Bush intende introdurre al suo posto una sorta di commissione, composta da ventuno personalità di altrettante istituzioni federali. Del nuovo organismo, che dovrebbe essere formalizzato dopo la ricorrenza del Labor Day, faranno parte ad esempio il dipartimento di Stato, della Difesa, Energia, Tesoro, la famigerata National Security Agency, la CIA e l'FBI.
I primi commenti sono sostanzialmente negativi: come si usa dire in Italia, quando il governo intende complicare la gestione di qualcosa, la affida a una commissione. Molti osservatori hanno espresso il timore che un simile organismo tenderà a discutere piuttosto che agire, intervenendo concretamente solo quando i problemi si saranno ormai trasformati in disastri. Ma siamo proprio sicuri che una gestione inefficiente della sicurezza informatica da parte degli Stati Uniti, considerata la nota mentalità spionistica dello zio Sam, sia da considerare con preoccupazione?
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