Talvolta si vedono utenti ricurvi agli sportelli bancomat, che si guardano intorno con circospezione per accertarsi che nessuno cerchi di carpire il codice di autenticazione. Ora sembra arrivata la soluzione per risolvere anche questo problema.
EyePassword, sviluppato dai ricercatori del gruppo Gaze-enhanced User Interface Design (GUIDe) dell'università di Stanford, non si discosta dai sistemi tradizionali di autenticazione a mezzo password. A cambiare è soltanto il metodo di immissione del codice segreto, che non viene digitato, ma "guardato" su una tastiera visuale.
Al pari di quanto avviene per altri dispositivi di eye-tracking, utilizzati per scopi differenti, è un fascio invisibile di raggi infrarossi a consentire alla telecamera di intercettare lo sguardo dell'utente. I raggi infrarossi si riflettono sulla cornea in un punto invariabile, mentre la telecamera coglie i movimenti della pupilla dell'utente.
Il test del sistema, condotto su diciotto persone confrontando l'efficacia del sistema di eye-tracking con un sistema di immissione a mezzo tastiera, ha fatto emergere una percentuale di errore considerata trascurabile, unico inconveniente, sono i tempi con cui EyePassword svolge il compito: oltre cinque volte più lunghi rispetto alla digitazione su tastiera.
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