Il messaggio è chiaro: tolleranza zero. La Cina non ci tiene affatto a permettere che nel proprio Paese si svolgano indisturbate attività informatiche tutt’altro che legali. A dimostrazione di ciò la polizia della provincia centrale di Hubei ha chiuso il sito Internet Black Hawk Safety Net. Sono stati inoltre arrestati i gestori del sito e sequestrati diversi computer e server. L’accusa? Il sito (ben 170.000 iscritti, di cui 12.000 con account premium, cioè a pagamento e quindi in grado di fruire di servizi aggiuntivi) sarebbe stato una sorta di centro di addestramento per hacker. Il sito inoltre avrebbe inoltre distribuito software malevoli ed informazioni su come effettuare operazioni di hacking illegale (ovvero cracking). Attività queste che avrebbero portato nelle tasche dei gestori oltre 700.000 euro. Quest’azione poliziesca antihacker, avvenuta nel mese di novembre, secondo alcuni sarebbe stata resa nota soltato adesso dalla Cina allo scopo di scrollarsi di dosso le accuse di spionaggio informatico mosse dalla comunità internazionale e, forse, mettere a tacere le critiche che hanno seguito il recente attacco ai server di Google da parte di hacker cinesi.
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