Smartphone e tablet sono dispositivi ormai diffusissimi che devono molto il loro successo alla praticità e alle numerose funzioni che mettono a disposizione dell’utente, compresa la possibilità di collegarsi ad Internet. Questo scenario evidentemente è divenuto l’obiettivo preferito dei criminali informatici. A confermarlo i risultati del Malware Report pubblicato da G Data. I ricercatori della software house tedesca hanno infatti scoperto che i ceppi di malware che colpiscono i dispositivi mobile sono più che raddoppiati nella seconda parte del 2011 rispetto alla prima. In particolare a farne le spese è il sistema operativo Android, per il quale gli attacchi sono aumentati di 8 volte rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Perché i dispositivi mobile siano stati presi di mira dai criminali informatici lo spiega Ralf Benzmüller, Responsabile dei G Data SecurityLabs: “i criminali online attaccano dove sanno di trovare profitto. Per questo motivo non sorprende che essi si concentrino sempre più sugli utenti mobile, ancora poco inclini a proteggere i propri dispositivi con soluzioni di sicurezza. I cybercriminali trovano, così, terreno fertile per rubare dati personali e informazioni aziendali con uno sforzo minimo”. Da rilevare anche il fatto che l’home banking è sempre più esposto ad attacchi di virus informatici: aumentano infatti sempre più i trojan che cercano di manipolare le transazioni e trasferire denaro ad altri account. Inoltre il ciclo di vita di questi malware si è ridotto, in media, a 27 ore, in modo da non dare il tempo ai fornitori di antivirus di distribuire le nuove firme virali. Secondo le analisi dei G Data SecurityLabs, i trojan bancari sono ancora in numero limitato, ma vengono utilizzati per realizzare nuove varianti di malware con cicli di vita sempre più brevi (ne è un esempio il trojan Sinowal). Benzmüller infatti aggiunge: “Abbiamo visto una tendenza allarmante di Trojan bancari con un ciclo di vita che è stato drasticamente ridotto fino a raggiungere - in media - le 27 ore. Molti antivirus provider non sono in grado di fornire la firma virale corrispondente in un così breve periodo di tempo. Grazie alla tecnologia BankGuard, siamo l'unico fornitore che è riuscito a sviluppare una protezione in tempo reale indipendente dalle firme virali riuscendo a proteggere efficacemente gli utenti durante le procedure di online banking”. G Data nel 2011 ha registrato ben 2.575.000 nuovi ceppi di malware informatici. Solo nella seconda metà dell’anno sono stati rilevati 1.330.146 nuovi virus, il 23% in più rispetto all’anno precedente. Per la maggior parte si tratta di trojan, ma gli esperti di sicurezza G Data hanno rilevato anche un forte aumenti di adware e spyware, a dimostrazione che i criminali informatici traggono i massimi profitti dalla visualizzazione di annunci e il furto di dati personali. I ceppi per dispositivi mobili sono aumentati di 2,5 volte nella seconda metà del 2011 e, rispetto all’anno precedente, di oltre dieci volte. Le strategie adottate negli attacchi sono le più diverse: varianti di malware già esistenti, manipolazione di copie di app, invio di SMS con dati personali a servizi Premium, diffusione di messaggi di natura politica (come ad esempio il trojan Android.Trojan.Arspam, che inviava messaggi sul Medio Oriente a tutti i contatti della rubrica (vedi foto qui in basso). Al CeBIT di Hannover, in programma in questi giorni, G Data presenterà le sue nuove soluzioni di sicurezza e i visitatori potranno partecipare a tavole rotonde, con esperti di alto livello, sui rischi legati all’home banking e al mondo mobile e sulle soluzioni per proteggere le aziende dalle minacce informatiche e dallo spionaggio industriale.
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