Apple ha integrato nel nuovo smartphone iPhone 5S un sistema di autenticazione basato sul riconoscimento dell'impronta digitale. Niente password ma comunqe sicurezza e semplicità d'uso. La nostra persona, il nostro corpo, come chiave di accesso. Altri ci stanno lavorando. Da anni esistono portatili, soprattutto quelli di fascia alta, dotati di sistema per la verifica di impronte. Per altro sempre adottabile ricorrendo ad un dispositivo esterno. Sono allo studio soluzioni che rasentano la fantascienza. Il Dipartimento della Difesa americano sta lavorando a sistemi di autenticazione basati su tatuaggi elettronici e pillole da ingoiare. Lievemente inquietanti. L'Università della California ha messo a punto un sistema di identificazione delle onde encefalografiche. In questo caso serve uno speciale copricapo. Sembra più comodo il braccialetto Nymi che riconosce la frequenza cardiaca. Potrebbe rapidamente arrivare in commercio. Attualmente il limite della biometria, se non si mette di traverso la scomodità d'uso, è la scarsa precisione. Infatti, persino un'impronta digitale potrebbe non essere correttamente identificata dall'algoritmo. Il futuro post password non è ancora chiaro. Esistono anche soluzioni che non impiagano la biometria.
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