<news atipica> BOSTON, Stati Uniti (Reuters) - Le cure a basso costo possono triplicare il tasso di sopravvivenza da Aids nei Paesi poveri, secondo i risultati di una ricerca che sarà pubblicata oggi e che sembra negare i timori che una simile terapia possa provocare complicazioni o fare più male che bene. La malnutrizione, pochi test di laboratorio e il rischio di complicazioni avevano creato dubbi tra alcuni ricercatori sulla validità delle cure per l'Aids nelle regioni in via di sviluppo. "Ciò mette da parte un sacco di preoccupazioni", dice Daniel Fitzgerald, autore dello studio su 1.004 malati di Aids ad Haiti. Lo studio sarà pubblicato nell'edizione odierna del New England Journal of Medicine. "Gli scettici saranno sorpresi. La gente del settore che lo sta praticando non resterà sorpresa", dice Fitzgerald a Reuters. Circa il 90% dei 40 milioni di persone che nel mondo sono state contagiate dall'Hiv/Aids vivono in paesi in via di sviluppo. Alcune delle lezioni apprese con l'esperimento di Haiti "potrebbero essere applicate in alcune zone negli Usa", dove le cure per le persone malate di Aids potrebbero essere sotto gli standard necessari, dice il ricercatore. Normalmente, solo il 30% dei pazienti sopravvive più di un anno ad Haiti, il paese più povero dell'Emisfero Occidentale, dove il tasso d'infezione è di circa il 3% tra gli adulti. Ma integrando le cure farmacologiche - usando medicinali generici - con un sostegno nutrizionale, la cura per la tubercolosi, consulenza e altri programmi sanitari porta il tasso di sopravvivenza oltre l'87% per gli adulti e il 98% per i bambini, dice Fitzgerald. Cifre comparabili a quelle dei centri medici Usa dove si combatte con successo la malattia.
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