Un aspetto tra l'arcaico e l'alieno. Difficile immaginare che questo volto sia appartenuto davvero a un nostro progenitore. Eppure è così. Per la prima volta è possibile osservare le sembianze del primo uomo moderno arrivato in Europa grazie a una riproduzione in argilla, che rappresenta le fattezze dell'Homo Sapiens, approdato nel nostro continente dall'Africa 35.000 anni fa.

I tratti somatici sono stati ricostruiti in base a frammenti di un teschio e di ossa facciali ritrovate sui Carpazi, nella regione che oggi corrisponde alla Romania, probabilmente luogo di uno dei primi insediamenti dei nostri antenati.

A compiere questo miracolo di fanta archeologia è stato un esperto di anatomia forense, Richard Neave, da trent'anni il migliore nel suo campo e attivo collaboratore della polizia inglese, che è arrivato al risultato finale dopo precise misurazioni delle ossa del cranio e valutazioni sul tipo di tessuto muscolare appartenente al primo uomo delle caverne. La ricostruzione è stata eseguita per The Incredible Human Journey, un programma in onda domenica sulla Bbc, che documenta l'evoluzione umana, dalla nascita dell'uomo nel continente africano, fino ai flussi migratori che hanno portato le popolazioni ad occupare tutte le regioni del globo.

Neave ha raccontato all'Independent di Londra che è stato impossibile stabilire se i resti ritrovati siano appartenuti a un uomo o a una donna. Così come non si hanno nozioni sul colore della pelle dell'antenato. Certamente era più scura di quella degli europei di oggi, un retaggio della diretta discendenza dall'uomo africano. Altri tratti sono più arcaici, come i molari molto larghi. Un particolare che ha indotto alcuni scienziati a pensare che possa trattarsi di un ibrido tra l'Uomo di Neanderthal (vissuto in Europa per 300.000 anni, sopravvissuto a numerose glaciazioni e poi scomparso) e l'Homo Sapiens. Ma la maggioranza degli accademici concorda nell'attribuire questo volto all'uomo moderno.

«E' un miscuglio di tratti europei, asiatici e africani - ha spiegato Neave - Ovvero esattamente ciò che ci si aspetta da uno dei primi abitanti del nostro continente». I resti che hanno aiutato lo scienziato nella ricostruzione sono stati ritrovati nel 2002 in Pestera cu Oase, ovvero la «caverna con le ossa», nella regione Sud-Ovest dei Carpazi. Gli esperti hanno datato i reperti con il metodo del radiocarbonio stabilendo che risalivano a 34-36.000 anni fa, proprio quando convivevano in Europa sia l'Uomo di Neanderthal che il moderno Homo Sapiens, appena giunto dall'Africa attraverso il Medio Oriente. Le due stirpi hanno coabitato nella stessa zona geografica per 10.000 anni. Ma studi effettuati sul Dna ritrovato nei siti archeologi dimostrano che le due razze non si sono mai mescolate.

Ne è certo il professore Erik Trinkaus, eminente antropologo dell'Università di Washington nel Missouri: «Non c'è alcun dubbio - ha dichiarato - Questo volto è il primo documento che testimonia l'aspetto dei nostri progenitori quando si insediarono nel continente europeo». Oggi la riproduzione di argilla è posata sulla scrivania di Alice Roberts, l'antropologa dell'università di Bristol che ha curato il documentario della Bbc. «E' davvero bizzarro - ha dichiarato al magazine Radio Times - Sono una scienziata ma se penso che sto guardando un volto che risale a 35.000 anni fa quasi mi commuovo».