L'invenzione del concetto di città è attribuito agli antichi greci, che organizzarono le polis in maniera razionale e funzionale, successivamente furono i romani ad esportare in tutto il territorio dell'impero un sistema urbanistico fatto di strade perpendicolari, che disegnavano una griglia ben organizzata e che permettevano di tenere in ordine il territorio cittadino. Con l'epoca medievale, poi, si perse il rigore geometrico per via delle continue minacce esterne, che spinsero i contadini a costruire case ammucchiandosi intorno alle roccaforti dei signori (ne sono un esempio molte città italiane). Ma ora che siamo nel terzo millennio, qual'è il destino evolutivo delle nostre città? Appare chiaro che si sta vivendo una nuova urbanizzazione, con le campagne che si spopolano sempre di più e le città che si espandono a ritmi serrati, serve perciò, un sistema che porti ad un'espansione razionale e, soprattutto, permetta di controllare i flussi al suo interno (traffico, trasporti, informazione, sistemi elettrici, idraulici e tutti i vari servizi). In sostanza bisogna rendere intelligenti le città e, a tal proposito, una piccola startup, la Living PlanIT, ha sviluppato Urban OS, un sistema operativo che incanala tutti i dati forniti da una rete di sensori sparsi per il territorio cittadino, fornendo un sistema di controllo onnicomprensivo. Lo scopo di Urban OS è gestire in maniera efficace il traffico, gli edifici ed i servizi cittadini, in modo da ottenere sempre un funzionamento ottimale del sistema-città. La tecnologia alla base di questo sistema operativo è stata realizzata dalla McLaren Electronic System, la stessa McLaren che realizza i sensori per le auto di Formula Uno. La rete di sensori è l'elemento costitutivo del sistema, una sorta di sistema nervoso periferico, mentre il cervello di tutto è l'OS. Si stima che gli investimenti per la realizzazione delle cosiddette "smart-cities", nel prossimo decennio, ammonteranno a circa 108 miliardi di dollari, Urban OS, perciò, avrà un futuro assicurato.
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