Si sta diffondendo notevolmente il servizio di connessione ad Internet tramite le cosiddette "connect card", aparecchi da inserire nel pc che consentono di collegarsi ad Internet viaggiando attraverso tecnologie UMTS, GPRS, HSDPA, EDGE, GSM, senza utilizzare la linea adsl o analogica. Giungono diverse segnalazioni che denunciano importi spropositati nelle bollette rispetto al loro abituale consumo. I gestori, interpellati, hanno risposto che cio' era dovuto al superamento del limite di traffico mensile. Le tariffe di questo servizio sono in pacchetti a consumo o a tempo. Se il bundle (il limite di traffico) viene superato, la connessione non si ferma, ma si determina un improvviso cambio tariffario, in modo tanto automatico quanto molto costoso e invisibile anche perche' i sistemi di controllo dei gestori non funzionano o non sono aggiornati in tempo reale. Sforare il bundle e' semplice: bastano programmi che impiegano un numero consistente di bites, come, ad esempio, quelli per il 'peer to peer', scaricando filmati o musica, etc. Puo' anche accadere che il computer, per lo scarso segnale, si connetta ad Internet con una tecnologia diversa rispetto a quella scelta, sfruttando la rete di altri gestori, a costi diversi da quelli noti. Secondo Aduc il sistema è vessatorio in quanto, ai sensi dell'art. 1341 cc, determina un eccessivo squilibrio contrattuale ai danni dell'utente: la consapevolezza del collegamento e del suo costo e' solo del gestore. Viola l'art. 60 comma 2 del codice delle comunicazioni elettroniche: "gli abbonati possono sorvegliare e controllare le proprie spese ed evitare una cessazione ingiustificata del servizio. Come difendersi
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