I navigatori satellitari sono una grande comodità, ma utilizzati in modo eccessivo possono nuocere alla salute. A questo incredibile risultato sono giunti i ricercatori della Mc Gill University in Canada. Secondo gli studi che hanno effettuato, infatti, l’utilizzo eccessivo di dispositivi GPS finisce per recar danno all’ippocampo, la parte del cervello deputata all’orientamento nello spazio, che, se poco stimolato, comincia a funzionare male. Nei casi limite si può arrivare allo sviluppo di patologie, come il morbo di Alzheimer, tipiche dell’età adulta. In poche parole chi utilizza spesso il GPS ha un rischio più alto di incorrere in problemi di memoria e di orientamento spaziale. Il cervello per orientarsi si serve di due metodi differenti, uno geospaziale, che utilizza dei punti di riferimento per costruire una mappa cognitiva per sapere come arrivare a destinazione, e uno basato sulla ripetitività di un tragitto che viene memorizzato e percorso più volte come se si fosse dotati di un pilota automatico. Questa seconda strategia è molto simile a quella di chi usa un GPS, che consiste nello svolgere attività azioni semplici su comando (svolta a sinistra, prendi la prima uscita a destra, ecc.) senza però prendere in considerazione alcun punto di riferimento. I ricercatori hanno ottenuto questo importante risultato esaminando con la risonanza magnetica il funzionamento del cervello: coloro che utilizzano la navigazione spaziale mostrano un’attività più intensa nell’ippocampo ottenendo risultati migliori di coloro che tipicamente di affidano completamente ai GPS. Ovviamente, come in tutte le cose, deve prevalere il buon senso: il GPS è una tecnologia assolutamente utile ed in grado di semplificare la vita quando si è in viaggio e bisogna esplorare luoghi sconosciuti, ma l’importante è non diventarne dipendenti.
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