La vicenda del furto di dati dai server della PlayStation Network sembra tutt’altro che conclusa. Secondo quanto riferisce il New York Times, alcuni ricercatori di sicurezza hanno scoperto su forum e siti hacker che i criminali informatici che hanno violato i server di Sony avrebbero dichiarato di avere già a disposizione i dati di 2,2 milioni di utenti (in un primo momento si temeva che fossero coinvolti nel furto 77 milioni di account) e sarebbero pronti a venderli all’asta, ovvero al migliore offerente.

Nel database trafugato ci sarebbe di tutto: nomi, indirizzi, email, password, numeri di telefono e numeri di carte di credito. Nei giorni scorsi Sony aveva dichiarato che la sottrazione dei numeri delle carte di credito non era da escludersi, anche se comunque tali dati erano cifrati. Secondo Kevin Stevens, ricercatore senior presso Trend Micro, in alcuni forum gli hacker si sarebbero dichiarati pronti a vendere l’intero database rubato per 100.000 dollari ed avrebbero già provato contattare Sony, senza ottenere però alcuna risposta dall’azienda giapponese. Patrick Sybold, portavoce di Sony, ha comunque ufficialmente già smentito che ci sarebbe stata una sorta di estorsione nei confronti della società ed ha ribadito che non vi è al momento alcuna prova che i dati delle carte di credito siano stati rubati.

Un'ultima considerazione su quanto successo viene infine da un altro esperto di sicurezza, Dan Kaminsky: attacchi come quello perpetrato contro la PlayStation Network stanno raggiungendo proporzioni mai viste, ma il problema è anche che le misure di sicurezza attualmente adottate dalle aziende non sono sufficienti per resistere in modo adeguato a questo tipo di azioni criminali informatiche.