Giganti produttori di smartphone come LG, Samsung ed altri, si sono piegati senza batter ciglio alle royalties che Microsoft ha accampato su Android, ma sembra che il gioco della società di Redmond non durerà ancora a lungo, il topolino Barnes & Noble sta, infatti, per fermarlo. B&N si era rifiutata di pagare il pizzo a Microsoft inviando una richiesta di indagini al Dipartimento di Giustizia USA ed ora sembra essere riuscita ad esaminare i brevetti Microsoft che Android violerebbe e sui quali Redmond chiede compenso, ecco un estratto del documento rilasciato dai legali di B&N, con una panoramica sull'intera vicenda: - Microsoft impone il pagamento di diritti su brevetti che, a suo dire, Android infrange.
- Una volta esaminati, si è scoperto che "questi brevetti coprono soltanto tecnologie non essenziali, fuori moda e con funzionalità arbitrarie", ciononostante, Microsoft basa su questi brevetti richieste molto stringenti, ponendo veti sull'introduzione di alcune funzionalità in Android ed esigendo cospicui risarcimenti.
- Negli accordi di licenza che Microsoft stipula con i produttori Android, la società di Redmond obbliga gli ingegneri ad adottare precise soluzioni software ed hardware al fine del rilascio delle concessioni d'uso dei brevetti.
- Tutti i brevetti in questione hanno casi di "prior art" ovvero esistevano prima che Microsoft li brevettasse e dimostrano che Microsoft non ha avuto l'idea, nè il diritto di brevettarla.
Riassumendo i punti degli avvocati di B&N, Microsoft rilascia le licenze d'uso sui propri brevetti, ai produttori di smartphone Android, ma a patto che alcune funzioni vengano escluse dall'OS e che si utilizzi hardware prestabilito. Segue un estratto della lettera inviata da B&N al Dipartimento di Giustizia: "In sostanza, Microsoft sta tentando di monopolizzare il mercato dei sistemi operativi mobile e di sopprimere la competizione generata da Android e da altri sistemi operativi open-source, questo richiedendo accordi di licenza oppressivi ai produttori di smartphone Android, basando la sua posizione dominante su brevetti che coprono tecnologie inutili o troppo generiche e su accordi di licenza orizzontali ed offensivi stipulati con Nokia.
Dunque B&N non sta semplicemente cercando di difendersi dalle richieste Microsoft, ma sta cercando di avviare un vero e proprio caso antitrust. Non è certo chi dei due abbia ragione, B&N potrebbe aver basato le proprie affermazioni su dati reali, ma allora bisogna capire perchè LG, Huawei, Samsung, Sony Ericsson & Co. abbiano deciso di pagare Microsoft senza opporre resistenza. Una cosa è certa, se B&N otterrà qualche risultato, Microsoft dovrà fornire molte spiegazioni, non soltanto ai produttori che già pagano le royalties, ma alla Commissione Antritrust stessa, con la quale non ha avuto buoni rapporti in passato (si veda il caso IE).
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