Lo spionaggio è un diritto riservato a pochi, negli Stati Uniti. Lo ha appreso a sue spese un cittadino del Texas, condannato a quattro anni di carcere per aver tentato di sopire le sue insicurezze riguardo alla vita online della moglie. Roso dalla gelosia, racconta ValleyWag, Shawn MacLeod nel 2005 si era lasciato tentare dalle promesse del software SpyRecon. Discretamente, SpyRecon ha monitorato ogni attività in corso sul PC della signora MacLeod, ha registrato ogni conversazione che si è dipanata fra le schermate dei programmi di Instant Messaging, ha captato movimenti sospetti fra le email. Ha catturato screenshot a campione e memorizzato tutte le password digitate dalla donna, ha aggiornato un log delle sessioni online. Una documentazione che SpyRecon provvedeva ad inoltrare regolarmente al computer del tormentato mandante. Se SpyRecon ha agito di soppiatto, sono stati i comportamenti di Shawn a tradire i suoi piani di spionaggio domestico. Lo ha colto in fallo la moglie Kristy che ha sguinzagliato un detective per agire sotto mentite spoglie e smascherare il marito: all'investigatore è bastato fingersi un acquirente interessato al tavolo da biliardo che la coppia metteva in vendita e inviare un'email alla donna. Non sono passati che pochi giorni: il signor MacLeod si è tradito chiedendo alla moglie informazioni riguardo al procedere dell'affare.
L'uomo ha patteggiato in maggio, e il tribunale ha emesso la sentenza: sconterà quattro anni di carcere per aver intercettato illegalmente delle comunicazioni elettroniche. Una pratica consentita solo agli addetti ai lavori incaricati del monitoraggio o a coloro che incappano nei log per motivi tecnici. "È una questione decisamente allarmante" ha dichiarato il legale di MacLeod ad un quotidiano locale, sorpreso della sentenza: il suo cliente non era a conoscenza del fatto che l'utilizzo del software fosse illegale.
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