Il gruppo Anonymous torna a colpire. Ieri ha sferrato un attacco DDoS (Distributed Denial of Service) contro il sito di AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) durato 4 ore (dalle 12 alle 16), che ha reso però irraggiungibile il portale fino alle 18.30. Tra le motivazioni dell’attacco c’è il cosiddetto “Decreto Romani”, che attribuisce all’AGCOM il potere di oscurare pagine Web o interi siti Internet sui quali sono presenti contenuti protetti da diritto d’autore senza che sia necessario attendere la pronuncia di un giudice. Una questione delicata questa, che ha messo in subbuglio la Rete nei giorni scorsi, dove da più parti (associazioni dei consumatori comprese) si è parlato esplicitamente di censura del Web. Il timore diffuso è che il 6 luglio prossimo, infatti, verrà approvata la delibera dell’AGCOM 668/2010 che potrebbe trasformare un’autorità amministrativa in una sorta di sceriffo giustiziere del Web che può ordinare, dopo avere eseguito un procedimento sommario, la rimozione di un contenuto da un sito o l’oscuramento del sito stesso. La delibera prevede che se il titolare dei diritti di materiale audiovisivo andasse a reclamare presso il gestore di un sito per una violazione di copyright, la rimozione dei contenuti debba essere effettuata entro 48 ore. Se ciò non avvenisse, il titolare dei diritti potrebbe rivolgersi all’AGCOM che, effettuato un breve contraddittorio tra le parti in 5 giorni e accertata la violazione, imporrebbe la rimozione del contenuto, eventualmente rivolgendosi anche al provider del sito (nel caso di un sito estero potrebbe richiedere che venga filtrato in modo da impedirne l’accesso dall’Italia), il tutto senza passare per l'autorità giudiziaria.
|