Il controllo capillare che la Cina mette in atto sulle proprie reti di comunicazione è ormai noto ai più e, in gergo, chiamato "The Great Firewall", in analogia con la Grande Muraglia (Great Wall), ma stavolta sembra che i governanti del paese giallo siano intenzionati ad estendere il proprio controllo oltre confine. Intervenendo all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, qualche settimana fa, l'ambasciatore cinese per il disarmo, Wang Qun ha espressamente chiesto misure collettive per il monitoraggio a livello mondiale della rete Internet: "In questa era dell'informazione, le autostrade dell'informazione hanno raggiunto ogni punto del globo, ma, di fatto, mancano delle regole efficaci che regolino il traffico su queste autostrade. Come risultato si verificano spesso degli "incidenti" nel cyber-spazio, dati che vengono diffusi, ma che non dovrebbero. E questi incidenti provocano danni sempre più ingenti...."
In sintesi, ciò che Qun sta chiedendo alle Nazioni Unite, è un sistema di norme e regole (leggasi sistema di censura) che gestisca Internet nella sua globalità. Va ricordato che la Cina è coinvolta negli attacchi a server governativi di diversi stati. In risposta a Qun è intervenuto il Segretario agli Esteri britannico, affermando che "non c'è nulla di più auto-lesivo, per uno stato, che intervenire con mano pesante sulle comunicazioni Internet.....Ripudiamo l'idea secondo la quale sia accettabile che i governi controllino Internet, i social-media e le reti telefoniche." Il diplomatico ha poi accusato la Cina di essere responsabile degli attacchi ai computer governativi britannici, sebbene sia difficile individuare l'origine dell'attacco. Allo stato attuale delle cose, è molto difficile che le Nazioni Unite prendano in considerazione le richieste cinesi, ma non è questo il punto da cui osservare l'evolvere della situazione. Vanno, piuttosto, considerati i motivi che hanno spinto a questa richiesta e questi sono facilmente deducibili esaminando la dichiarazione di Qun - "....dati che vengono diffusi, ma che non dovrebbero". L'obiettivo cinese è, dunque, controllare con un setaccio a maglie molto sottili i dati che circolano nella rete, per nascondere verità scomode (forse si temono WikiLeaks et similia?). Non ci si meravigli se, nel terzo millennio, in piena società digitale, c'è qualcuno che pensa di poter controllare l'informazione, questo non è altro che il rovescio della medaglia di una realtà dove ognuno può liberamente diffondere i dati di cui entra in possesso. E' la naturale coesistenza degli opposti, dove c'è il bene ci sarà sempre il male, dove c'è libertà ci sarà sempre oppressione, dove c'è diffusione di informazione, ci saranno sempre tentativi di oscurantismo, è il confronto tra gli opposti che permette di determinare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
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