Il firmware 3.56 della PS3 è stato violato poche ore dopo il rilascio, ma stanno circolando in Rete alcune voci, provenienti dalla comunità hacker, che parlano della presenza di un rootkit nel software della console. Secondo tali voci all’interno del firmware sarebbero state incluse da Sony alcune righe di codice relative ad un rootkit in grado di eseguire codice remoto quando si effettua il login alla PlayStation Network. A detta degli hacker l’inserimento del rootkit nel codice avrebbe lo scopo di monitorare da remoto la console, verificando la presenza di custom firmware o software non autorizzato. L’azienda nipponica, in base ai dati raccolti, potrebbe così decidere di giungere ad una soluzione drastica per combattere il jailbreak del firmware, ossia quella di bannare dalla PSN tutte le PS3 modificate. Ma probabilmente le cose stanno diversamente. Infatti, secondo Chris Boyd, esperto di sicurezza di GFI Security, l’allarme sul presunto rootkit è ingiustificato, o comunque esagerato, in quanto nei termini di servizio e di utilizzo della console, redatti nel 2006, è scritto esplicitamente che Sony può effettuare aggiornamenti per bloccare l’accesso a contenuti illegali o non autorizzati. Non ci sarebbe pertanto alcun rootkit nel firmware della PS3 ed eventuali attività o svolte dalla console durante la connessione con i server dell’azienda giapponese rientrano nei termini di servizio sottoscritti dall’utente. Sempre relativamente al firmware 3.56, molti utenti avevano segnalato in Rete l’impossibilità di utilizzare hard disk diversi da quello originale. A quanto pare, però, come rilevano alcuni, Sony avrebbe già provveduto a rilasciare una seconda versione del firmware 3.56 priva del bug.
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