Prosegue la corsa all’ultimo Petaflops. IBM si prepara a scalzare dal trono il supercomputer cinese Tianhe-1A (2,5 Petaflops), cha ha conquistato l’anno scorso il primo posto nella Top 500 dei supercomputer più veloci del mondo. L’azienda sta infatti per completare la messa a punto di “Mira”, nome in codice di un supercalcolatore basato su architettura Blue Gene/Q ed in grado di raggiungere una potenza di calcolo di ben 10 Petaflops. Mira, che sarà operativo nel 2012, è stato commissionato ad IBM dall’Argonne National Laboratory e dal Dipartimento dell’Energia federale allo scopo di metterlo a disposizione di industrie, università e agenzie governative per ricerche scientifiche avanzate in vari campi (ad esempio per la progettazione di batterie efficienti per le auto elettriche, la comprensione dei cambiamenti climatici e lo studio dell’evoluzione dell’universo). Mira non è l’unico supercomputer che IBM sta sviluppando: in fase di costruzione ci sono anche Blue Waters (10 Petaflops) e Sequoia (20 Petaflops) e l’azienda prevede che si potranno presto costruire supercalcolatori in grado di raggiungere (e superare) i 50 Petaflops. Alla base dell’architettura di Mira ci sono oltre 750mila processori PowerPC A2 a 16 core e a 1,6 GHz, organizzati in nodi di calcolo sistemati in rack (ognuno dei quali contiene 1.204 nodi). Ciascun nodo potrà gestire 8-16 GB di Ram dei 750 Terabyte disponibili. La comunicazione tra nodi di I/O presenti in ogni rack avviene attraverso interconnessioni 5D Torus con un throughput massimo di 40 Gb/s. Per quanto riguarda infine il sistema operativo, i nodi di calcolo saranno gestiti da un sistema operativo (Lightweight Kernel Operating System) basato su Linux, mentre i nodi di I/O e il front end di gestione del calcolatore utilizzeranno una distribuzione modificata di Linux Red Hat Enterprise.
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