Quando l’hardware del computer smette di funzionare, non tutti sono in grado di aprire il case e provvedere da sé all’individuazione del problema e alla riparazione o alla sostituzione del pezzo rotto (processore, memoria RAM, disco rigido, ecc.). Nella maggior parte dei casi pertanto ci si rivolge ai centri di assistenza, ma sorge spesso il dubbio che venga chiesto per la riparazione più di quanto dovuto, approfittando evidentemente dell’ignoranza informatica dei consumatori. Altroconsumo, l’associazione di consumatori, ha voluto vederci chiaro e ha condotto a tal proposito un’inchiesta. Simulando un problema ad un notebook, cui era stato semplicemente scollegato un banco di RAM, i volontari dell’associazione dei consumatori si sono rivolti a 20 centri di assistenza tra Roma e Milano per verificare la differenza tra il tempo necessario per effettuare la riparazione (circa 15-20 minuti sono sufficienti per capire che c’è un problema all’avvio che dipende dalla RAM, aprire l’alloggiamento e riporla correttamente nel suo slot) e il costo stimato (meno di 15 euro) e quanto invece effettivamente chiesto dai negozianti. Beh, come potete vedere nel video in alto girato con una telecamera nascosta, le sorprese non sono mancate! Un negozio della capitale è arrivato a chiedere 396 euro per un intervento che ha richiesto 17 giorni, motivando il costo della riparazione con la necessaria sostituzione della scheda madre. Ma la cosa si è ripetuta anche a Milano dove un altro centro, sempre adducendo un guasto alla scheda madre del portatile, ha chiesto 340 euro e fatto passare 26 giorni per riavere il notebook riparato. Alcuni indizi, come la data del firmware dei chip della motherboard, inducono a sospettare Altroconsumo che la sostituzione della scheda madre non sia avvenuta. In generale comunque, riferisce Altroconsumo, la maggioranza dei centri di assistenza si sono comportati bene, ma attenzione, si può sempre avere a che fare con qualcuno che vuole fare il furbo…
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